Se cosi si puo dire, sono un "amante" degli odori. Tutto ha un odore. Le persone e la loro stessa personalita' hanno un odore. E per me, i tanti luoghi che ho visitato, hanno ,ciascuno, il proprio odore.
Esco dall'ostello. Zaino in spalla e macchina fotografica in mano. Al primo angolo mi butto tra la folla e ne seguo il flusso...anche in India tutto e' in movimento continuo: mi sono sempre chiesto dove andranno tutte queste persone, sempre avanti e indientro, una corrente continua che sembra non aver mai sosta...
..ed ecco l'odore di Delhi: le montagne di spazzatura che bruciano ad ogni angolo della strada. Il tutto mischiato agli escrementi che alla luce del sole aspettano di morire una seconda volta...I sensi dell'olfatto e della vista mi vanno letteralmente in tilt nel giro di pochi minuti. Salto su un motoriscio' e ringrazio il cielo che l'autista sia hindu: ha 2 incensi accesi affianco alla svastica e all'onnipresente Ganesh. Cio' che in fondo e' un "ape" in condizioni pietose, si fa largo ed entra in quello che per sempre sara' nella mia mente Delhi: il traffico. Se cosi si puo definire un inferno di bici, riscio', motoriscio', auto, bus sfasciati, vacche (poche), capre (tante), lebbrosi, storpi, piccoli bambini completamente, o quasi, nudi di una poverta' straziante, e poi carri di ogni genere carichi di merce di ogni genere...e la gente. Quantita' di persone che mai avevo visto tutte insieme in vita mia...
Nel momento in cui scendo dal riscio' mi ritrovo catapultato in una realta' che non si comprende nemmeno a vederla. Le gambe vanno da sole. Mi ritrovo quasi subito a gesticolare sistematicamente e ad allontanare bambini e storpi come fossero sciami di zanzare. Prendo fiato e cerco un appiglio alla realta' che io conosco...mi si stringe l'animo a vedere e realizzare ora quelle persone attorno a me. Persone in fondo come me. Come quelle della mia realta'...
Cerco di togliermi di dosso lo shock. Comincio a camminare piu deciso. Comincio allora a ricambiare i sorrisi che scorgo timidi tra la gente. Gli innumerevoli "welcome" mi riscaldano ora il cuore e comincio a rilassarmi e a perdermi tra le viuzze di Old Delhi senza una meta precisa, come piace a me, uno tra i tanti, troppi esseri viventi di questa citta' allucinante...
Tornato all'ostello rivivo la mia prima giornata in India. Uno shock profondo, indelebile. E me ne accorgo quando, tirata fuori la mia macchina fotografica, realizzo non aver scattato neppure una foto. Ma ora sto meglio. Ho superato il vaccino a questo paese.
Esco dall'ostello. Zaino in spalla e macchina fotografica in mano. Al primo angolo mi butto tra la folla e ne seguo il flusso...anche in India tutto e' in movimento continuo: mi sono sempre chiesto dove andranno tutte queste persone, sempre avanti e indientro, una corrente continua che sembra non aver mai sosta...
..ed ecco l'odore di Delhi: le montagne di spazzatura che bruciano ad ogni angolo della strada. Il tutto mischiato agli escrementi che alla luce del sole aspettano di morire una seconda volta...I sensi dell'olfatto e della vista mi vanno letteralmente in tilt nel giro di pochi minuti. Salto su un motoriscio' e ringrazio il cielo che l'autista sia hindu: ha 2 incensi accesi affianco alla svastica e all'onnipresente Ganesh. Cio' che in fondo e' un "ape" in condizioni pietose, si fa largo ed entra in quello che per sempre sara' nella mia mente Delhi: il traffico. Se cosi si puo definire un inferno di bici, riscio', motoriscio', auto, bus sfasciati, vacche (poche), capre (tante), lebbrosi, storpi, piccoli bambini completamente, o quasi, nudi di una poverta' straziante, e poi carri di ogni genere carichi di merce di ogni genere...e la gente. Quantita' di persone che mai avevo visto tutte insieme in vita mia...
Nel momento in cui scendo dal riscio' mi ritrovo catapultato in una realta' che non si comprende nemmeno a vederla. Le gambe vanno da sole. Mi ritrovo quasi subito a gesticolare sistematicamente e ad allontanare bambini e storpi come fossero sciami di zanzare. Prendo fiato e cerco un appiglio alla realta' che io conosco...mi si stringe l'animo a vedere e realizzare ora quelle persone attorno a me. Persone in fondo come me. Come quelle della mia realta'...
Cerco di togliermi di dosso lo shock. Comincio a camminare piu deciso. Comincio allora a ricambiare i sorrisi che scorgo timidi tra la gente. Gli innumerevoli "welcome" mi riscaldano ora il cuore e comincio a rilassarmi e a perdermi tra le viuzze di Old Delhi senza una meta precisa, come piace a me, uno tra i tanti, troppi esseri viventi di questa citta' allucinante...
Tornato all'ostello rivivo la mia prima giornata in India. Uno shock profondo, indelebile. E me ne accorgo quando, tirata fuori la mia macchina fotografica, realizzo non aver scattato neppure una foto. Ma ora sto meglio. Ho superato il vaccino a questo paese.
2 comments:
Luca!!!
Finalmente tue notizie dal lontano oriente. Cavolo...posso solo immaginare lo shock davanti a tanta miseria. Coraggio e vivi al meglio questa fantastica esperienza.
Un abbraccio dalla vecchia Zena,
Gian
Wiiiiiiii
non perderti.Vorrei dividere questo viaggio con te per renderlo meno irreale. Ma la vita l'ha regalato solo a te! Goditelo tutto!
Nasi.
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