Come ci aspettavamo, le ore passate in autobus per raggiungere Mandalay, sono state un supplizio:
- partenza ore 16.00 per arrivare a destinazione alle 07.30 del giorno dopo.
- un'unica strada dove erano piu i buchi che i metri quadratri di asfalto.
- autobus di origine cinese, quindi sedili fatti per i loro, piccoli, culi.
- tv e karaoke per tutta la durata del viaggio (in tipico stile asiatico...)
- autogrill...autogrill?!?
Arrivare a Mandalay e' come prendere un autobus per il medioevo. Ho pensato e ripensato, ma e' per me impossibile trovare le parole per descrivere cio che ho visto. Se per girare usiamo carri trascinati da cavalli e l'aratro nelle campagne lo dirano ancora i buoi, non possiamo far altro che chiedere in giro la data di oiggi per essere sicuri di non essere nel XIV secolo...
Per due giornio giriamo la citta' con la sua splendida vista dalla collina, i suoi tramonti mozzafiato, un numero esagerato di pagode, Amarapura e varie citta' che rodeano l'ultima capitale imperiale della birmania su di uno scomodissimo "taxi" che, nella fattispecie e' una mazda del 1964 (!!!) con la forma e le dimensioni della topomobile. Tra buche e sorpassi da parte di camioncini/bus con persone attacate sopra e sotto il mezzo giriamo e giriamo e giriamo....e mangiamo piu polvere che in miniera...
...io finisco come al solito a giocare a pallone con un gruppo di bambini (ovunque vai sono loro i migliori, sempre e comunque...) e a contrattare fino all'ultimo centesimo anche per uno strappo si di un rishaw...
..ah, e pensare che oggi era Natale. E chi cazzo se n'he accorto?!?
...ma ora devo andare senza potermi dilungare in divertenti ed interessanti spiegazioni, visto che i cinesi (sempre tutto nelle loro piccole mani...) da cui ci colleghiamo ad internet "illegalmente" ci guardano minacciosi...
Il tempo era poco, e non ho potuto mandare emails....ma comunque buon natale a tutti!!!
Mandalay, AD 1347
25 December, 2006
22 December, 2006
PARTE V - YANGON - MYANMAR
20/21-12-06
Le 12 ore di bus da Chang Mai a Bangkok sono state un mezzo trauma, visto che l'autista ha democraticamente deciso di spegnere le luci all'interno alle 20.40 senza neppure poter leggere ed un inglese nel sedile dietro al nostro ha passato la notte tossendo ed imprecando per via di una costola malandata. Domanda scontata: cazzo ci fai in Thailandia? Stattene a casa a curarti e non rompere i coglioni agli altri...ma Michael dice che ho un caratteraccio...
Cena a Chang Mai, colazione a Bangkok e pranzo a Yangon. Ci sentiamo buisiness-men...
Ore 13.40 locali atterro all'aeroporto internazionale di Yangon...
Sul tragitto in taxi per il centro citta' la prima scena ci ricorda subito dove siamo, visto che siamo costretti ad accostare perche una macchina "ufficiale" anticipata e seguita da carri di militar police deve passare...qui tutto, o quasi e' proibito: suonare il clacson o girare in moto o bici che sia...
Signore e Signori tenetevi forte: Benvenuti in Myanmar!
Pensavo di aver visto abbastanza, per lo meno in questa parte d'Asia, ma evidentemente mi sbagliavo.
Era tempo che un luogo non mi provocava quel continuo formicolio sulle braccia, una pelle d'oca continua. Non ho parlato per le prime 2 ore in cui abbiamo passeggiato per le strade, senza una meta precisa, di Yangon.
La prima considerazione per cercare di capire dove ci troviamo e' banale ma credo renda l'idea dicendo che qui e' dove l'India incontra il sud-est asiatico.
Ci sono subito delle immagini per le vie biene di buchi, ricoperte da montagne di spazzatura e brulicanti di persone che vanno e vengono da ogni parte: il 99% degli uomini veste una specie di gonna mentre mastica una specie di foglia che rende i denti quasi neri ( bei sorrisi che hanno...) e sputano di continuo per terra, lasciando chiazze che sembrano sangue un po ovunque...
Le donne, dal canto loro, hanno la faccia dipinta con una crema giallo ocra, un po per difendersi dal sole ed un po per un questione estetica...E tutto mentre autobus degli anni '40, stracolmi di gente fino all'inverosimile, sfrecciano a tutta velocita' non curanti della tangibile possibilita' di mettere sotto 3 o 4 passanti alla volta come se fossero birilli da bowling...
Per le strade si vede e si vende di tutto. Durante la giornata incontriamo solo altri due turisti, che per una citta' di 5 milioni di abitanti non e' male...
Tra la folla che sembra correre senza meta ci rendiamo conto che qui l'attrazione principale siamo... noi!
Ma ancora una volta, la cordialita' della gente che ci saluta ad ogni angolo, che ci ferma, a volte per venderci qualcosa, a volte per il solo gusto di relazionarsi anche solo 2 minuti con noi, e' un benvenuto delizioso in questo paese.
Qui gli odori, i colori e le emozioni sono forti. Sembra realmente, senza esagerare, di essere in un altro mondo.
22-12-06
Un po piu abituati all'idea di essere a Yangon, dopo un'abbondante colazione e dopo aver contrattato un'ora sull'acquisto di 2 biglietti per raggiungere Mandalay (15 ore di bus per percorrere 516 km...pensa tu le strade come sono...) visitiamo finalmente la Shwedagon Paya, la stupa piu incredibile e meravigliosa che potessi avere la fortuna di ammirare.
Enorme, imponente, quasi impossibile desrivere qualcosa del genere senza poterla vedere con i propri occhi.
Il mercato Bogyoke chiude poi la giornata, con i suoi piu di 2000 negozietti dove si vende di tutto e di piu, in perfetto stlie asiatico.
...e finalmente ed inaspettatamente troviamo un internet cafe, dove ci accorgiamo subito che ogni cosa e' proibita: da hotmail a messanger...ma come cambiano i soldi e vendono benzina al mercato nero, anche per le emails c'e' una scappatoia...e che nessuno ci arresti!!!
Ancora una volta: benvenuti in Myanmar!
Le 12 ore di bus da Chang Mai a Bangkok sono state un mezzo trauma, visto che l'autista ha democraticamente deciso di spegnere le luci all'interno alle 20.40 senza neppure poter leggere ed un inglese nel sedile dietro al nostro ha passato la notte tossendo ed imprecando per via di una costola malandata. Domanda scontata: cazzo ci fai in Thailandia? Stattene a casa a curarti e non rompere i coglioni agli altri...ma Michael dice che ho un caratteraccio...
Cena a Chang Mai, colazione a Bangkok e pranzo a Yangon. Ci sentiamo buisiness-men...
Ore 13.40 locali atterro all'aeroporto internazionale di Yangon...
Sul tragitto in taxi per il centro citta' la prima scena ci ricorda subito dove siamo, visto che siamo costretti ad accostare perche una macchina "ufficiale" anticipata e seguita da carri di militar police deve passare...qui tutto, o quasi e' proibito: suonare il clacson o girare in moto o bici che sia...
Signore e Signori tenetevi forte: Benvenuti in Myanmar!
Pensavo di aver visto abbastanza, per lo meno in questa parte d'Asia, ma evidentemente mi sbagliavo.
Era tempo che un luogo non mi provocava quel continuo formicolio sulle braccia, una pelle d'oca continua. Non ho parlato per le prime 2 ore in cui abbiamo passeggiato per le strade, senza una meta precisa, di Yangon.
La prima considerazione per cercare di capire dove ci troviamo e' banale ma credo renda l'idea dicendo che qui e' dove l'India incontra il sud-est asiatico.
Ci sono subito delle immagini per le vie biene di buchi, ricoperte da montagne di spazzatura e brulicanti di persone che vanno e vengono da ogni parte: il 99% degli uomini veste una specie di gonna mentre mastica una specie di foglia che rende i denti quasi neri ( bei sorrisi che hanno...) e sputano di continuo per terra, lasciando chiazze che sembrano sangue un po ovunque...
Le donne, dal canto loro, hanno la faccia dipinta con una crema giallo ocra, un po per difendersi dal sole ed un po per un questione estetica...E tutto mentre autobus degli anni '40, stracolmi di gente fino all'inverosimile, sfrecciano a tutta velocita' non curanti della tangibile possibilita' di mettere sotto 3 o 4 passanti alla volta come se fossero birilli da bowling...
Per le strade si vede e si vende di tutto. Durante la giornata incontriamo solo altri due turisti, che per una citta' di 5 milioni di abitanti non e' male...
Tra la folla che sembra correre senza meta ci rendiamo conto che qui l'attrazione principale siamo... noi!
Ma ancora una volta, la cordialita' della gente che ci saluta ad ogni angolo, che ci ferma, a volte per venderci qualcosa, a volte per il solo gusto di relazionarsi anche solo 2 minuti con noi, e' un benvenuto delizioso in questo paese.
Qui gli odori, i colori e le emozioni sono forti. Sembra realmente, senza esagerare, di essere in un altro mondo.
22-12-06
Un po piu abituati all'idea di essere a Yangon, dopo un'abbondante colazione e dopo aver contrattato un'ora sull'acquisto di 2 biglietti per raggiungere Mandalay (15 ore di bus per percorrere 516 km...pensa tu le strade come sono...) visitiamo finalmente la Shwedagon Paya, la stupa piu incredibile e meravigliosa che potessi avere la fortuna di ammirare.
Enorme, imponente, quasi impossibile desrivere qualcosa del genere senza poterla vedere con i propri occhi.
Il mercato Bogyoke chiude poi la giornata, con i suoi piu di 2000 negozietti dove si vende di tutto e di piu, in perfetto stlie asiatico.
...e finalmente ed inaspettatamente troviamo un internet cafe, dove ci accorgiamo subito che ogni cosa e' proibita: da hotmail a messanger...ma come cambiano i soldi e vendono benzina al mercato nero, anche per le emails c'e' una scappatoia...e che nessuno ci arresti!!!
Ancora una volta: benvenuti in Myanmar!
19 December, 2006
PARTE IV - MEKONG RIVER e RITORNO IN THAILANDIA: CHANG MAI
Dopo aver lasciato, oltre al cuore, Luang Prabang e la sua gente e dopo aver passato l'ultimo giorno facendo il bagno nelle cascate che si trovano nella fitta foresta attorno alla piccola citta', ci accingiamo a percorrere non so quanti kilometri lungo il fiume Mekong, lungo il quale raggiungeremo la frontiera tra il Laos e la Thailandia, nell'estremo nord dei due paesi, a ridosso del triangolo d'oro.
Non sappiamo appunto quanti sono i kilometri, ma si sappiamo la durata del "viaggetto": 9 ore al giorno per due giorni consecutivi.
Descrizione barca:
- Imbarcazione in legno mangiato da tarli e mai rimessa a posto.
- Sedili pure quelli in legno dove lo spazio su cui apoggiare due culi ha la stessa area di una racchetta da ping pong.
- Oltre alle 324 persone stipate ci carichiamo anche una cinquantina di sacchi dal contenuto misterioso...
La giornata trascorre leggendo libri e godendomi il panorama del mio, ormai amato, Mekong.
"AMMIRARE IL FIUME MEKONG CHE IMPETUOSO SCAVA IL SUO LETTO TRASPORTANDO SENZA SOSTA LE SUE TORBIDE ACQUE E' UN EMOZIONE CHE SOLO L'OCCHIO PIU ATTENTO E L'ANIMO PIU SINCERO POSSONO CATTURARE"
...ma dove l'ho letta sta cosa?!?...
Bisogna anche dire che piu ci addentriamo nella foresta e piu saliamo al nord piu fa freddo. Ma freddo come non ce lo potevamo aspettare (ascugamani addosso per ripararci ed contraccambio di alitate...).
Alle 6 di sera tocchiamo terraa in quel di Pak Beng. ???.
Il nulla in mezzo al nulla. Dormiamo in un letto unico per 1 dollaro a testa tra animali e ragazzi che ci offrono oppio a tutt'andare e mangiamo di merda.
Ed il giorno dopo alle 8.30 si riparte. Alla 16esima ora di barchetta anche il mio "amato" Mekong comincia a starmi sul cazzo. Io comincio a parlare da solo e Michael con un gruppo di indigeni (che e' praticamente la stessa cosa)...
Arriviamo cosi ad HuayXay, giusto con quella mezz'ora di ritardo che fa si che la frontiera sia chiusa. E mi sa che tutto cio' e' bello che preparato, cosiu che spendiamo altri dollari in Laos.
Ma almeno la soddisfazione di pagare 4 dollari in 3 per dormire ed urlare ad un paio di laotini me la tolgo...ed in cambio avremo la peggiore cena dall'inizio del viaggio: pollo di almeno 7 anni fa, che in fin dei conti e' pure meglio, almeno 7 anni fa non c'era ancora l'aviaria...
E cosi ci si sveglia di buon'ora e per rilassarci giu altre 5 ore di mini-van fino a Chang Mai!!!
..ed eccoci qui. Tornare in Thailandia dopo il bellissimo ma duro Laos e' come sentirsi a casa. La sera si mangia all'europea (avevamo tutti bisogno di una bella bistecca...) spendendo l'equivalente di 3 notti in hotel e usciamo sino a tardi tra le solite grida di richiamo da parte delle giovani thailandesi...
CHANG MAI - Descritta da tutti come una meraviglia...ammetto il suo fascino con i templi e l'aria da piccola bangkok che si respira, ma forse la stanchezza di questi ultimi giorni o non so che, fa si che non ci "catturi" tanto come ci aspettavamo...
Bueno, domani sera si riparte: 12 ore di bus fino a Bangkok (ormai 12 ore seduti non sono niente...) e da li volo per Rangoon, Birmania. Che emozione.
Potrebbe non essere tanto facile comunicare con il mondo esterno da li. Ancora piu emozionante...
Cosi che, se non saprete piu nulla di noi....BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO A TUTTI!
Non sappiamo appunto quanti sono i kilometri, ma si sappiamo la durata del "viaggetto": 9 ore al giorno per due giorni consecutivi.
Descrizione barca:
- Imbarcazione in legno mangiato da tarli e mai rimessa a posto.
- Sedili pure quelli in legno dove lo spazio su cui apoggiare due culi ha la stessa area di una racchetta da ping pong.
- Oltre alle 324 persone stipate ci carichiamo anche una cinquantina di sacchi dal contenuto misterioso...
La giornata trascorre leggendo libri e godendomi il panorama del mio, ormai amato, Mekong.
"AMMIRARE IL FIUME MEKONG CHE IMPETUOSO SCAVA IL SUO LETTO TRASPORTANDO SENZA SOSTA LE SUE TORBIDE ACQUE E' UN EMOZIONE CHE SOLO L'OCCHIO PIU ATTENTO E L'ANIMO PIU SINCERO POSSONO CATTURARE"
...ma dove l'ho letta sta cosa?!?...
Bisogna anche dire che piu ci addentriamo nella foresta e piu saliamo al nord piu fa freddo. Ma freddo come non ce lo potevamo aspettare (ascugamani addosso per ripararci ed contraccambio di alitate...).
Alle 6 di sera tocchiamo terraa in quel di Pak Beng. ???.
Il nulla in mezzo al nulla. Dormiamo in un letto unico per 1 dollaro a testa tra animali e ragazzi che ci offrono oppio a tutt'andare e mangiamo di merda.
Ed il giorno dopo alle 8.30 si riparte. Alla 16esima ora di barchetta anche il mio "amato" Mekong comincia a starmi sul cazzo. Io comincio a parlare da solo e Michael con un gruppo di indigeni (che e' praticamente la stessa cosa)...
Arriviamo cosi ad HuayXay, giusto con quella mezz'ora di ritardo che fa si che la frontiera sia chiusa. E mi sa che tutto cio' e' bello che preparato, cosiu che spendiamo altri dollari in Laos.
Ma almeno la soddisfazione di pagare 4 dollari in 3 per dormire ed urlare ad un paio di laotini me la tolgo...ed in cambio avremo la peggiore cena dall'inizio del viaggio: pollo di almeno 7 anni fa, che in fin dei conti e' pure meglio, almeno 7 anni fa non c'era ancora l'aviaria...
E cosi ci si sveglia di buon'ora e per rilassarci giu altre 5 ore di mini-van fino a Chang Mai!!!
..ed eccoci qui. Tornare in Thailandia dopo il bellissimo ma duro Laos e' come sentirsi a casa. La sera si mangia all'europea (avevamo tutti bisogno di una bella bistecca...) spendendo l'equivalente di 3 notti in hotel e usciamo sino a tardi tra le solite grida di richiamo da parte delle giovani thailandesi...
CHANG MAI - Descritta da tutti come una meraviglia...ammetto il suo fascino con i templi e l'aria da piccola bangkok che si respira, ma forse la stanchezza di questi ultimi giorni o non so che, fa si che non ci "catturi" tanto come ci aspettavamo...
Bueno, domani sera si riparte: 12 ore di bus fino a Bangkok (ormai 12 ore seduti non sono niente...) e da li volo per Rangoon, Birmania. Che emozione.
Potrebbe non essere tanto facile comunicare con il mondo esterno da li. Ancora piu emozionante...
Cosi che, se non saprete piu nulla di noi....BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO A TUTTI!
14 December, 2006
PARTE III - LUANG PRAPANG - LAOS
...ed il Laos continua.
Lasciata l'americana Vieng Viang, puntiamo ancora piu' nord, direzione Cina.
Le quasi sei ore di minivan ci lasciano il culo a forma di sedile ma l'animo pieno di ricordi. La strada e' una delle piu belle che abbia mai avuto la fortuna di percorrere. Su e giu per montagne alte e completamente ricoperte di verde, passando tra piccoli villaggi composti da non piu di 6 o 7 capanne dove, mi chiedo, che senso abbia per loro la vita. Il tempo qui non esiste.
Luang Prapang e' una piccola citta' di poco piu di 25000 abitanti, ma visto il suo passato di capitale, e' dal 1995 inscritta come patrimonio mondiale dell'umanita'. Ed i suo piu di 30 templi ci spiegano chiaramente il perche.
Affittiamo la solita bici e giriamo tra la gente del luogo che ha sempre un sorriso per noi. Incredibile davvero.
Cenare sulle rive del Mekong al tramonto e' qualcosa che le semplici parole non possono spiegare. Qui la vita scorre come 150 anni fa...
Visitiamo templi, ci addentrimo nella giungla per darci conto con i nostri occhi delle meraviglie nascoste di quello che a ragione viene chiamata la perla nascosta del sud-est asiatico.
I bambini che salutano, le donne che sorridono. Ogni giorno questo mondo e' piu bello.
Ora vado a cenare per 2 dollari. E poi a sognare ad occhi aperti di questo favoloso paese...
Lasciata l'americana Vieng Viang, puntiamo ancora piu' nord, direzione Cina.
Le quasi sei ore di minivan ci lasciano il culo a forma di sedile ma l'animo pieno di ricordi. La strada e' una delle piu belle che abbia mai avuto la fortuna di percorrere. Su e giu per montagne alte e completamente ricoperte di verde, passando tra piccoli villaggi composti da non piu di 6 o 7 capanne dove, mi chiedo, che senso abbia per loro la vita. Il tempo qui non esiste.
Luang Prapang e' una piccola citta' di poco piu di 25000 abitanti, ma visto il suo passato di capitale, e' dal 1995 inscritta come patrimonio mondiale dell'umanita'. Ed i suo piu di 30 templi ci spiegano chiaramente il perche.
Affittiamo la solita bici e giriamo tra la gente del luogo che ha sempre un sorriso per noi. Incredibile davvero.
Cenare sulle rive del Mekong al tramonto e' qualcosa che le semplici parole non possono spiegare. Qui la vita scorre come 150 anni fa...
Visitiamo templi, ci addentrimo nella giungla per darci conto con i nostri occhi delle meraviglie nascoste di quello che a ragione viene chiamata la perla nascosta del sud-est asiatico.
I bambini che salutano, le donne che sorridono. Ogni giorno questo mondo e' piu bello.
Ora vado a cenare per 2 dollari. E poi a sognare ad occhi aperti di questo favoloso paese...
11 December, 2006
PARTE II - LAOS
LAOS PURO E DURO
9-10-11/12
Mattina di sabato passata in quello che e' considerato il monumento nazionale laotiano.
Wat color oro dove si dice che sia contenuto un osso della mano del Buddha. Ora mi chiedo, cosa che pure chi segue la religione crisitiana deve aver gia pensato: ma se ogni citta', paese o luogo di culto che sia ha un "pezzetto" di qualche santo o persona importante, sti poveretti li riducevano in poltiglie. Non e' alquanto macabra la cosa?...ok, pensieri filosofici a parte....
Dopo l'allegra scampagnata, ci scoppiamo 4 orette di bus. Sostenibile ma fondamentalmente una merda.
Arriviamo cosi a Vang Vieng, paesino sperduto tra le colline laotiane. La strada per arrivarci e' comunque interessante perche' passa tra decine di piccoli villaggi tutti rigorosamente composti da capanne di bamboo. Bambini che corrono e galline pure ( viva l'aviaria!) li rendono ancora piu affascinanti....
Arrivati nel paesino troviamo una doppia per 1.50 dollari a testa. Incredibile, ma essendo senza bagno optiamo per il lusso e ne paghiamo ben 3 di dollari. Mi faccio schifo da solo.
La sera ci buttiamo su di un isolotto famoso per essere ritrovo di sti cazzo di beckpekers, che se non fossero tutti americani, inglesi o australiani li sopporterei pure, ma, dio mio, proprio non ci riesco, gli yankees poi...
Pero' ci piace, un po commerciale-sovversivo, ma i prodotti sono OTTIMI...
Primo vero giorno a Vang Vieng:
Le colazioni ed i diversi pranzi e cene da 2 dollari li passo...dopo 2 ore e 23 bestemmie per contrattare un tuk-tuk passiamo la giornata tra la selva a fare il bagno in un piccolo fiume. Relax a non finire...
La notte ci porendiamo un "happy shake" e......
....e come per magia e' il secondo giorno.
Si parte per un tour tutto il giorno:
- kayak / tubing / bagno ed esplorazione grotte
Bello e divertente.
La nature qui la fa da padrona. Montagne ricoperte da rigogliosa vegetazione tropicale, tramonti spettacolari....
...ormai e' passata una settimana. E non sembra quasi.
E se non tornassi?!?
9-10-11/12
Mattina di sabato passata in quello che e' considerato il monumento nazionale laotiano.
Wat color oro dove si dice che sia contenuto un osso della mano del Buddha. Ora mi chiedo, cosa che pure chi segue la religione crisitiana deve aver gia pensato: ma se ogni citta', paese o luogo di culto che sia ha un "pezzetto" di qualche santo o persona importante, sti poveretti li riducevano in poltiglie. Non e' alquanto macabra la cosa?...ok, pensieri filosofici a parte....
Dopo l'allegra scampagnata, ci scoppiamo 4 orette di bus. Sostenibile ma fondamentalmente una merda.
Arriviamo cosi a Vang Vieng, paesino sperduto tra le colline laotiane. La strada per arrivarci e' comunque interessante perche' passa tra decine di piccoli villaggi tutti rigorosamente composti da capanne di bamboo. Bambini che corrono e galline pure ( viva l'aviaria!) li rendono ancora piu affascinanti....
Arrivati nel paesino troviamo una doppia per 1.50 dollari a testa. Incredibile, ma essendo senza bagno optiamo per il lusso e ne paghiamo ben 3 di dollari. Mi faccio schifo da solo.
La sera ci buttiamo su di un isolotto famoso per essere ritrovo di sti cazzo di beckpekers, che se non fossero tutti americani, inglesi o australiani li sopporterei pure, ma, dio mio, proprio non ci riesco, gli yankees poi...
Pero' ci piace, un po commerciale-sovversivo, ma i prodotti sono OTTIMI...
Primo vero giorno a Vang Vieng:
Le colazioni ed i diversi pranzi e cene da 2 dollari li passo...dopo 2 ore e 23 bestemmie per contrattare un tuk-tuk passiamo la giornata tra la selva a fare il bagno in un piccolo fiume. Relax a non finire...
La notte ci porendiamo un "happy shake" e......
....e come per magia e' il secondo giorno.
Si parte per un tour tutto il giorno:
- kayak / tubing / bagno ed esplorazione grotte
Bello e divertente.
La nature qui la fa da padrona. Montagne ricoperte da rigogliosa vegetazione tropicale, tramonti spettacolari....
...ormai e' passata una settimana. E non sembra quasi.
E se non tornassi?!?
08 December, 2006
DIARIO DI VIAGGIO - PARTE I - BANGKOK E LAOS -
5/12/06
QUESTO E' SOLO L'INIZIO...
E' con grande soddisfazione che finalmente sono riuscito a scoprire che cazzo e' un blog...anche se non chiaro ancora come funziona...
...non che scrivere semplici emails fosse complicato, ma cosi dovrei riuscire a risparmiare un po di tempo, e visto che il tempo e' denaro...
...e cosi' tutto ricomincia da Bangkok. La solita Bangkok.
Calda, umida all'inverosimile, ma sempre eccitante con i suoi misti di odori, luci e persone...
Bangkok serve per riabituarci all'Asia...e dio mio come ci metto poco. Qui mi piace proprio vedere e far parte di un tempo que sembra non passare mai...
Non ho molto da vedere. Gia' la Bangkok turistica l'ho assagiata.
Qui siamo venuti per ottenere il visto per il Myanmar, per farci fare 2 massagi, cadere nelle mille tentazioni di uno shopping sfrenato e per dover scappare da un'orda di "lady boys" che ci inseguono per le strette vie di Patpong...
7-8/12/06
Inizia quello che considero il vero viaggio.
13 ore di treno con cuccette a 236 gradi centigradi per raggiungere Nong Khai, dove, saltati da un tuk-tuk all'altro, raggiungiamo con il culo a pezzi il confine con il Laos, prima vera tappa del viaggio Montignani con special guest Giovannetti...
Compila fogli, paga in dollari con resto in Bath e mancie in Kips. Sorridi a uno e manda a fare in culo quell'altro (..mandare a cagare anche i Laotiani mi riesce bene...), contratta su tutto e, dio grazie, eccoci a Vientiane.
Alla gitarella si aggiunge Christina, simpatica ragazza austriaca che pratica circa 134 sport estremi. Affittimo 3 biciclette (dopo che me ne volevano rifilare una senza freni...) e cominciamo a girare e sudare, sudare e sudare...
Vientiane e' una piccola citta' cha a Michael piace tanto e dove cerca di farci da guida esperta, ma, povero lui, ci fa perdere ad ogni angolo...
Penso ci siano piu zanzare qui che in uno stagno lungo il rio delle amazzoni, o, per chi e' di genova, semplicemente lungo il bisagno...
Pero' qui si respira la vera aria di quest'Asia in cui, ogni volta, lascio un pezzo di cuore...
...e domani su per il Nord del paese, direzione triangolo d'oro...ummm, ma che profumino...io, Mike ed uno sciame di tafani portatori di non so quante malattie. Pero' io prendo il lariam (che mi causa nausea, mal di stomaco ed insomnia...) e da tanto mi spalmo di oli anti-zanzare che quasi non riesco a stare sulla bici. Rischio di scivolare ad ogni frenata!
Siamo solo all'inizio. E gia mi piace.
QUESTO E' SOLO L'INIZIO...
E' con grande soddisfazione che finalmente sono riuscito a scoprire che cazzo e' un blog...anche se non chiaro ancora come funziona...
...non che scrivere semplici emails fosse complicato, ma cosi dovrei riuscire a risparmiare un po di tempo, e visto che il tempo e' denaro...
...e cosi' tutto ricomincia da Bangkok. La solita Bangkok.
Calda, umida all'inverosimile, ma sempre eccitante con i suoi misti di odori, luci e persone...
Bangkok serve per riabituarci all'Asia...e dio mio come ci metto poco. Qui mi piace proprio vedere e far parte di un tempo que sembra non passare mai...
Non ho molto da vedere. Gia' la Bangkok turistica l'ho assagiata.
Qui siamo venuti per ottenere il visto per il Myanmar, per farci fare 2 massagi, cadere nelle mille tentazioni di uno shopping sfrenato e per dover scappare da un'orda di "lady boys" che ci inseguono per le strette vie di Patpong...
7-8/12/06
Inizia quello che considero il vero viaggio.
13 ore di treno con cuccette a 236 gradi centigradi per raggiungere Nong Khai, dove, saltati da un tuk-tuk all'altro, raggiungiamo con il culo a pezzi il confine con il Laos, prima vera tappa del viaggio Montignani con special guest Giovannetti...
Compila fogli, paga in dollari con resto in Bath e mancie in Kips. Sorridi a uno e manda a fare in culo quell'altro (..mandare a cagare anche i Laotiani mi riesce bene...), contratta su tutto e, dio grazie, eccoci a Vientiane.
Alla gitarella si aggiunge Christina, simpatica ragazza austriaca che pratica circa 134 sport estremi. Affittimo 3 biciclette (dopo che me ne volevano rifilare una senza freni...) e cominciamo a girare e sudare, sudare e sudare...
Vientiane e' una piccola citta' cha a Michael piace tanto e dove cerca di farci da guida esperta, ma, povero lui, ci fa perdere ad ogni angolo...
Penso ci siano piu zanzare qui che in uno stagno lungo il rio delle amazzoni, o, per chi e' di genova, semplicemente lungo il bisagno...
Pero' qui si respira la vera aria di quest'Asia in cui, ogni volta, lascio un pezzo di cuore...
...e domani su per il Nord del paese, direzione triangolo d'oro...ummm, ma che profumino...io, Mike ed uno sciame di tafani portatori di non so quante malattie. Pero' io prendo il lariam (che mi causa nausea, mal di stomaco ed insomnia...) e da tanto mi spalmo di oli anti-zanzare che quasi non riesco a stare sulla bici. Rischio di scivolare ad ogni frenata!
Siamo solo all'inizio. E gia mi piace.
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