21 January, 2007
PARTE XVI - BALI - INDONESIA...PRIMA DI TORNARE A BANGKOK...
Raccontare delle lunghe giornate passate a rotolare dalla piscina dell'hotel a la spiaggia non e' di grande interesse, e l'unico sentimento che riuscirei ad accendere in coloro che hanno ancora voglia di sapere che fine ho fatto, oltre a la noia credo possa essere una sana e comprensibile invidia.
Cosi', visto che la conoscienza di questo blog e' in teoria riservata a persone con cui ancora vorrei avere dei rapporti, evito di entrare nei dettagli delle mie giornate balinesi per non crearmi piu' inimicizie di quelle cho gia ho...
Pero' un paio di cose si ritengo poterle raccontare, come per esempio che l'affittare un motorello per 3 giorni e zigzagare nel traffico, con guida a sinistra vorrei far notare, e' stata la scelta migliore per vivermi in piena liberta' questa meravigliosa isola.
Ho girato senza meta precisa per tutto il tempo che ho avuto il motorino sotto il culo e Kuta e' stata la mia base di partenza. Ho visto spaiggie, baie e paesini. E il "tempo libero" lo passavo in posizione rigorosamente orizzontale in compagnia di Morfeo ed Apollo...
Mentre scrivo ammiro come una ragazzina colloca un po' ovunque (sui cesti della frutta, per terra davanti alle entrate e porte di ogni edificio, sui cofani delle macchine...) delle piccole scatolette aperte, fatte di paglia, contenenti un po di riso, frutta, fiori ed una stecchetta di incenso...
Sono le offerte che quotidianamente, con la stessa semplicita' con cui noi prendiamo il caffe' o compriamo il giornale, i balinesi usano per scacciare gli spiriti maligni e ringraziare quelli buoni. Ed il tutto e' cosi ben amalgamato con le normali attivita' di ogni giorno, che persino per un turista, vedere queste offerte dappertutto e schivarle, a piedi o con la moto, diventa normale e corrente...
In Laos ho letto un libro di un giornalista italiano che si e' girato il mondo in vespa. Prima di iniziare i suoi giri viveva a Bali.
E ora mi rendo conto che solo venendo su quest'isola ed assaggiandone i tanti e diversi frutti si puo' capire perche'. Non a caso, anche con i suoi attentati, Bali e' da 5 anni, consecutivamente, votata l'isola piu' bella del mondo.
Mi chiedo: se si scopre che il paradiso, o per lo meno qualcosa che si puo' avvicinare a quello che nell'immaginario comune lo rappresenta, e quindi esiste, perche' non abbiamo il coraggio di venire a vivere qui?!?
Io ci sto pensando. Ci penso tutti i giorni...
Lascio cosi' Bali, abbronzato e rigenerato, pronto (si fa per dire...) per altri 10, ma purtroppo gli ultimi, giorni di mare in Thailandia...povero me!
Di cio che offre Bali ho visto e vissuto poco o niente. E questo e' un motivo piu' che sufficiente per promettermi di tornarci.
E chissa' che la prossima volta che metta piede qui non sia per rimanerci per lungo, lunghissimo tempo...
PARTE XV - UBUD, BALI - INDONESIA
Ad una sola ora da Kuta c'e' Ubud, paesino in cui spicca il rilassante mercatino (si perche' pure quello ha un non so che di soporifero...) e dove la densa e calurosa aria e' tagliata artisticamente, come squarci su di una tela dipinta, da piccoli templi disseminati un po' ovunque, dove non un solo "famoso" dio e' venerato, ma decine di faccie e corpi dalle forme mostruose, tanto famosi nella cultura balinesiana che esprime la religione hindu in maniera decisamente particolare, i quali rivitalizzano, senza pero' disturbare, il passare lento dei minuti nelle lunghe giornate di Ubud...
Bisogna dire che il mercatino perde momentaneamente la sua tranquillita' non appena inizio un giro di contrattazioni al limite della decenza, dove io ed un gruppetto di rotonde signore ci giochiamo un paio di portaceneri all'ultimo centesimo di dollaro...
Un po mi sento infame, ma alla fine ne uscono vittoriose entrambe le parti...e come direbbe il caro Michael, ho fatto girare un po' l'economia oltre che i coglioni di meta' della popolazione 'attiva' balinese...
La sera torno a Kuta pieno zeppo di mangiare nello stomaco, visto che non ho fatto altro che camminare, contrattare e fermarmi praticamente in tutti i bar del paese, e con l'animo talmente saturo di buone vibrazioni e relax che se toccassi qualcuno lo addormenterei in un istante...e siccome non ho nessuno da toccare, direttamente dormo io una ventina di ore...
...la Ila mi aveva avvertito di Ubud, ed aveva ragione...
18 January, 2007
PARTE XIV - KUTA, BALI - INDONESIA -
Arrivo a Bali dopo aver passato una notte a Jakarta, nell'hotel dove il rapporto qualita'/prezzo e' stato il peggiore di tutto il viaggio: $20 per una stanza buia, triste e con l'acqua calda inesistente...ma ero tanto stanco che non ho avuto neppure la forza di protestare...
...per lo meno c'era il transfer fino all'aeroporto...
Dopo la Malesia e Singapore eccomi nuovamente in Asia. Quella vera.
Anche se e' la 5 volta che gironzolo da 'ste parti, dopo la "modernita" ci vuole sempre un attimo per riprendere confidenza con questi posti, ma poi mi sento subito a mio agio...
Atterro cosi a Bali, famosa per le sue bellezze naturali e culturali e, purtroppo, anche per i suoi attentati. Uno nel 2002 e l'altro nel 2005. Entrambi ad ottobre...beh, meno male che siamo a gennaio...
La prima ed obbligata tappa e' Kuta, principale destinazione e centro turistico di prim'ordine.
Bali non e' come il resto dell'Indonesia, qui il turismo ha sviluppato non poco l'economia e gli standards dell'isola, ma, grazie anche ai non troppi turisti che circolano in questi ultimi agitati tempi, un'ondata di relax mi assale non appena mi sistemo. Hotel in mezzo al verde con piscina, silenzio ovunque...
La strada che porta alla spiaggia e' corta ma "densamente popolata" da ogni tipo di rompicoglioni che offre di tutto e di piu': dai taxi ai motorini, dai massaggi ai bocchini...(faceva rima)...
La pressione psicologica e l'insistenza di questi personaggi sono l'unica nota veramente negativa di quest'isola altrimenti paradisiaca, meravigliosa...spiaggie, lame, sole, sabbia bianca e mare...
...perdo la forza di fare qualsiasi cosa, ho solo voglia di sdraiarmi e non pensare a nulla...
PARTE XIII - SINGAPORE - THE LION CITY...AND THE ASIAN TIGER -
Viaggiando ho imparato che spesso, piu ci si aspetta da un luogo, a meno che non si parli di Roma o Parigi, meno soddisfatti si rimane di cio che si trova a "destinazione".
E fortunatamente lo stesso accade invertendo i fattori aspettative-risultato.
Singapore me l'aspettavo moderna, estremamente pulita, esageratamente funzionale, quindi, noiosamente perfetta. Per questo la mi idea era negativa in partenza.
La strana sensazione che ho avuto mi ha confermato in primis tutto cio' che mi aspettavo di ritrovarmi sotto gli occhi, con la sostanziale differenza per cio' che concerne quelle "vibrazioni" che un luogo riesce a trasmettere.
E Singapore, pur con tutte le sue limitazioni, mi e' piaciuta.
E' stata la prima volta per me vedere una citta' asiatica, popolata da asiatici, che vive in un perfetto stile inglese e funzionale come la Svizzera...
Oltre allo shopping, di cui pure io sono stato vittima quando mi sono ritrovato in un edificio di 6 piani completamente dedicato a tv, impianti stereo, computers, macchine fotografiche ed Ipods..., a Singapore c'e' ben poco altro da fare e vedere.
Si puo' mangiare nei ristoranti disseminati un po' ovunque, ma soffrendo io ancora degli strascichi digestivi del Myanmar, non ho potuto godere appieno di questa parte della citta'...
Resta comunque in me l'idea di un luogo a sua maniera affascinante, che in fin dei conti mi e' piaciuto. Anche se a dire il vero non so esattamente per cosa...
Neo della citta: piove a dirotto. Continuamente.
Perla: l'aeroporto Changi. Una meraviglia...anche se piu per gli "addetti ai lavori"...
13 January, 2007
PARTE XII - MELAKA - MALAYSIA
Cazzo. Dopo 3 giorni a Melaka non riesco quindi ad immaginarmi il resto del paese.
Forse dal punto di vista "storico" sono un po troppo esigente e l'arrivare dall'Europa fa si che i miei standards siano un po troppo "alti', ma, lo dico chiaro, Melaka mi delude.
A parte un paio di chiese del XVII secolo (e quasto sarebbe antico?!?) e la piazza ricostruita come gli stessi olandesi l'avevano progettata, la "perla storica" della Malesia finisce li.
Ed allora, complice anche un violento acquazzone tropicale che persiste per piu di 2 giorni, approfitto del bel ostello in cui soggiorno per leggere, dormire e rilassarmi a sazieta'.
Lascio quindi la Malesia con il chiaro ricordo della sua mocernita', pulizia ed organizzazione. tutte cose non facili da trovare in questa parte di Asia.
Ma che allo stesso tempo presentano un continente che non mi attrae. Un'Asia che non mi sa di Asia.
Ma comunque qui ci voglio tornare, per vedere di piu e per capire meglio questa Malesia.
11 January, 2007
PARTE XI - KUALA LUMPUR - MALAYSIA
Mi piace dirlo, e' stupido, ma mi ricorda non so quale pubblicita':
COLAZIONE: Yangon (Myanmar)
PRANZO: Bangkok (Thailand)
CENA: Kuala Lumpur (Malaysia)
Lascio tristemente il compagno Mike all'aeroporto di Bangkok dove, dopo una giornata di shopping, tentera' la sorte con Swiss direzione casa.
Finora insieme abbiamo visitato i posti piu "strani": Emirati Arabi, Oman, Laos e per ultima la Birmania. Non si puo' certo dire che la nostra visione di "vacanza" all'estero sia delle piu comuni...
Michael e' stato uncora una volta un ottimo compagno di viaggio. Oltre cha ad un amico. Manchera'...ci si vede tra 27 giorni sul diavano!
5/6/7-01-07
KL (come qui la chiamano) e' il solito agglomerato urbano degno di ogni megalopoli asiatica.
Dopo 2 settimane in Birmania apprezzo il fatto di ritrovarmi nella "civilta'" (anche se oggi giorno civilta' da queste parti significa McDonald's, Burger King e Starbuck's...) senza il pericolo di inciampare nelle buche dei marciapiedi. Anche se il fascino di Yangon e' mille volte superiore a quello di Kuala Lumpur, gironzolo per piu di due giorni, visitando il quasi nullo aspetto storico della citta', d'altronde fondata solo nel XIX secolo, e la miriade di grattacieli che spuntano come funghi nelle citta' di questo scorcio di mondo.
Su tutte le Petronas Towers. Ammetto che impressionano: quasi mezzo kilomentro di altezza in due torri che oltre all'aspetto ultramoderno hanno anche un certo design in stile arabo. Affascinanti. Per 20 minuti. Poi, a parte lo strano spettacolo di veder tornare al lavoro un fiume (letteralmente!) di persone dopo la pausa pranzo (in 1 km di uffici, in senso verticale, immagino quante migliaia di bravi dipendenti possono stare seduti alle loro piccole scrivanie...), la citta' offre la solita chinatown trasbordante di bancarelle, con rompicoglioni incorporato, pronti a vendere di tutto e di piu'. Ma nulla da invidiare alla cara Bangkok.
Conclusione: a Kuala Lumpur ci vo;evo venire, l'ho fatto, l'ho girata e ne sono contento. Ma non avrei nessun motivo per tornarci.
Almeno mi sono ripostao dopo un mese fisicamente duro.
07 January, 2007
PARTE X - LASCIANDO LA BIRMANIA... - MYANMAR
La dura situazione sociale e politica da cui senmbra non riuscire ad emergere necesiterebbe una piu sincera ed utile attenzione da parte di quella comunita' internazionale che, in fin dei conti, e' come se si fosse dimenticata di questo paese e sopratutto della sua popolazione. Un disinteresse come sempre dettato da una coscienza che segue solo le regole di un mercato che neppure da lontano e' nella vita e realta' di questa gente. Gente che ancora una volta sbalordisce per l'intensita' della sua anima, vedendo in noi "stranieri-fortunati" non un motivo di invidia, ma delle semplici persone umane meritevolidei loro sorrisi ed attenzioni, sinceri e disinteressati. Puramente veri.
Della Birmania, oltre alle buche lungo le strade che non esistono, della magnificenza di Pagan, della polvere e delle meraviglie naturali ricordero' le faccie sorridenti della gente, delle mille attenzioni e saluti che sempre riserbano per te.
Mingalabaw!!!
06 January, 2007
PARTE IX - LAGO INLE - MYANMAR
La cittadina di Nyaungshwe e' piccola e l'aria che si respira, oltre che fredda, e' estremamente rilassata. Tante guest-houses e ristorantini (dove la pizza e la pasta fresca vengono vendute ovunque, dopo che un cuoco bolognese e' passato di qui...almeno cosi dice la "leggenda"...in Myanmar...boh...) danno una vaga aria di backpackers-town, come dice la Lonely Planet, anche se qui piu che altro troviamo coppiette ed anziani...
31-12
La giornata scivola via lenta pedalando per il paesino. Ci fermiamo qua e la fino all'ora di pranzo, quando dopo una pizza ci intratteniamo a parlare con la carinissima proprietaria del ristorante "Mr.Cook", che parlando un po di inglese, ci da la possibilita' di sommergerla di domande sul buddhismo, il loro stile di vita e, con qualche difficolta' nell'avere delle risposte, sull'attuale situazione politica del paese e sulla dittatura che detiene ormai da decenni il potere.
Arriva cosi' la notte di capodanno e senza pretese, visto che qui alle 22 tutto e' gia morto andiamo a mangiare il nostro piatto di tagliatelle (buone!) immaginandoci gia alle 22.30 a letto...ma, a sorpresa (anche se a pensarci non dovrebbe sorprendere piu di tanto...) il ristorantino e' invaso da una trentina di italiani e finiamo cosi' ad uno dei 2 tavoli con persone improbabili ad aspettare la mezzanotte tra "disco-dance" cinese e partite a tombola nelle quali non si estraggono piu di 4 o 5 numeri (facendo attenzione sembra che gia con un ambo o al massimo un terno la gente vincesse...boh...)
1-1
Non tutti, oggi, si alzana alle 06.30 del mattino, a meno che costretti, per andare a visitare un barco un lago a 1000 mt. di altitudine. Noi si. Ed il cominciare l'anno in maniera diversa rende il "solito" piu interessante. Magari felpa e giacca ce li saremmo evitati, ma la giornata sara' bellissima ed il Lago Inle ancora meglio, con le sue palafitte, mercati flotanti e pescatori, famosi per remare con i piedi.
Indimenticabile.
2-1
Si torna a Yangon direzione Bangkok, dove tristemente, io e Mike ci divideremo. Ma ancora ci aspettano piu di 20 ore di bus, e questa volta meglio non dire niente...
04 January, 2007
03 January, 2007
PARTE VIII - VIAGGIO DELLA ''SPERANZA'' - MYANMAR
Pensavamo aver gia sofferto abbastanza da Yangon a Mandalay, ma avrei fatto meglio a conservare 2 o 3 paroline nel descrivere quell tragitto: un lusso confronto al Pagan-Nyaungshwe.
Partenza ore 04.30. Pensando ancora di sognare per il sonno bruscamente interrotto, ci si presenta davanti agli occhi un pullmino anni ‘60/’70 di produzione cinese in condizioni scandalose:
- Questa volta i sedili non sono “2 ma piccolo”, ma uno grande!
- Nel corridoio
Fino ai piedi delle montagne, nascosto tra le quail si trova il Lago Inle, la strada e’ un susseguirsi di buche, polvere e pietre interrotte qua e la da alcune collate d’asfalto. Dopodiche’ la strada non peggiora, ma semplicemente non esiste.
Una specie di “canale” scavato a mano si arrampica su per Verdi montagne, dove in non piu’ di ¾ metri di larghezza si incrociano mezzi di tutti I tipi: da carri trainati a mano fino ad enormi camion che rendono ancora piu’ pericoloso il tragitto, il quale spesso ci ritroviamo ad “ammirare”, con I suoi precipizi, attaccati al finestrino del nostro bus…
…meno male che ogni tanto ci si ferma. Ma e’ proprio durante gli stop che ci rendiamo conto della scarsa “organizzazione logistica” che possiedono i birmani: quasi a farlo apposta, ogni volt ache bisogna risalire sul bus, chi e’ seduto sugli sgabellini lung oil corridoio del nostro gia di per se comodo mezzo, si siede per primo, costringendo poi gli altri a dover scavalcare un ammasso si sacchi, cibo e persone per poter raggiungere il proprio posto.
Noi si bestemmia e loro ridono. Boh.
PARTE VII - BAGAN - MYANMAR
Lasciamo Mandalay con l’idea, poi confermata a fine viaggio, che questa citta’ solo ce la ricorderemo per il buio intenso che regna in ogni strada appena il sole scompare …
Il giorno di S.Stefano passa rilassante su un battello (questa
Purtroppo 2 dei 3 giorni programmati per “scoprire” questo importantissimo sito archeologico, li passero’ tra il letto e la coppa
Per usare parole piu’ semplici posso dire che ho perso almeno 3 kg in quell ache e’ stata una delle peggiori notti che possa ricordare. Ed il povero Michael ne e’ testimone.
E cosi’ partiamo, carichi di forze, direzione Lago Inle…